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Yin Yoga, la disciplina per ricaricarsi e rilassarsi in vista di settembre 

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È uno stile di yoga più lento, passivo, incentrato sull'allungamento e la compressione dei tessuti profondi, molto utile anche per calmare la mente e prepararsi alla ripartenza dopo l'estate

L’estate, si sa, è un periodo in cui si tende - se possibile - a essere più “morbidi” e indulgenti verso se stessi. Di solito si tende ad accantonare temporaneamente la routine del resto dell’anno in favore di giornate più rilassate e spensierate. Con l’avvicinarsi di settembre però si torna a pensare al lavoro e agli impegni quotidiani, in alcuni casi con una certa dose di ansia e stress

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Ci sono però modi più “dolci” di tornare alla quotidianità, concentrandosi su discipline in grado di coniugare la cura di corpo e mente e di farci ricaricare in vista della ripartenza. È il caso dello Yin Yoga, una variante più lenta e distensiva del classico yoga incentrata sullo stretching, l’allungamento e il mantenimento delle posizioni.

Cos’è lo Yin Yoga

Lo Yin Yoga è uno stile di yoga che si concentra sul mantenimento di posizioni passive per lunghi periodi, solitamente tra i 3 e i 5 minuti o anche più. L'obiettivo è di lavorare sui tessuti connettivi profondi del corpo, come legamenti, tendini, fasce e articolazioni. A differenza degli stili di yoga più dinamici, che mirano a rafforzare i muscoli, enfatizza l'allungamento e la compressione per migliorare la flessibilità e la circolazione e agire sulla mente in modo calmante. 

Questa pratica è nata e si è sviluppata negli anni ’70 grazie al maestro di arti marziali e di yoga Paulie Zink, che praticava il Kung Fu e il Taoist Yoga. Zing iniziò a sviluppare un approccio allo yoga che integrava principi di flessibilità e passività simili appunto al concetto di "yin" nella filosofia taoista. L'idea era di combinare movimenti fluidi e posizioni di yoga mantenute a lungo per coltivare sia la forza sia la flessibilità, dando vita a uno stile che enfatizzava un lavoro profondo sul corpo.

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Le origini del suo nome

Il nome  trae ispirazione dalla filosofia taoista cinese, che enfatizza l'equilibrio tra le forze opposte di "yin" e "yang". "Yin" rappresenta il lato passivo, morbido, fresco e stabile, mentre "yang" rappresenta l'aspetto attivo, caldo e mobile. Nella pratica dello Yin Yoga si cerca dunque di coltivare maggiormente lo yin attraverso una pratica lenta e passiva, equilibrando le energie attive e dinamiche della vita quotidiana e di altre forme di esercizio fisico.

A dominare è l’energia femminile, più delicata e passiva, quella che viene dalla terra e dà nutrimento, sostegno e radicamento. Viene quindi accostato ai tessuti connettivi e a esercizi più lenti e che agiscono dall’interno. Differenti dunque rispetto a quelli praticati in stili di yoga più dinamici come l’Ashtanga o il Vinyasa, maggiormente incentrati sull’energia Yang, quella maschile, associata alla virilità, che dall’alto scende verso il basso.

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I benefici della pratica di Yin Yoga

Lo Yin Yoga è una pratica complementare agli stili più attivi di yoga o di esercizio fisico, e offre l’opportunità di rallentare, riflettere e lavorare profondamente con il corpo e la mente. È particolarmente adatto per chi cerca di migliorare la flessibilità, e allungare i muscoli. Ma anche per chi sta cercando di approcciare gradualmente l’attività fisica e chi è deciso a ridurre lo stress e a coltivare maggiore consapevolezza interiore attraverso il movimento lento e ponderato. 

Sul piano fisico mantenere le posizioni per un periodo di tempo prolungato aiuta infatti ad allungare muscoli, legamenti e tendini, migliorando la flessibilità generale, e migliorare la circolazione sanguigna e linfatica grazie anche alla compressione. Lavorando sui tessuti connettivi intorno alle articolazioni, inoltre, può contribuire a mantenerle sane e flessibili.

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La pratica lenta e meditativa di Yin Yoga aiuta poi a calmare il sistema nervoso, riducendo lo stress e l'ansia. È una pratica che incoraggia a ricercare una maggiore consapevolezza del corpo, favorendo uno stato meditativo e di profonda connessione con se stessi.

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Come si pratica

Sulla base dei principi su cui si è sviluppato, le posizioni (o asana) nello Yin Yoga vengono mantenute per un tempo prolungato (dai 3 ai 5 minuti) per permettere un lavoro profondo sui tessuti connettivi e facilitare il rilascio di tensioni e blocchi. Le asana sono quasi sempre statiche e passive, e non si usano movimenti attivi o forti contrazioni muscolari: l'obiettivo è rilassarsi e permettere al corpo di cedere alla gravità.

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Nello Yin Yoga ci si focalizza inoltre molto sulle stretching e sulla compressione del tessuto connettivo per migliorare la flessibilità e la mobilità, soprattutto nelle aree delle anche, della schiena e delle spalle. Fondamentale il lavoro sul respiro: l'attenzione durante la pratica è spesso rivolta alla respirazione per aumentare la consapevolezza del corpo. È una pratica meditativa, che incoraggia l'ascolto del corpo e la coltivazione di una mente calma e concentrata. Anche per questo deve adattarsi più che mai alle esigenze di chi lo pratica, con incoraggiamenti a usare cuscini, blocchetti, coperte e altri supporti per rendere le posizioni più confortevoli e sicure.

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A chi è utile lo Yin Yoga

Una lezione dura di solito dai 60 ai 75 minuti (ma può arrivare anche a 90) e per la gran parte del tempo si resta a terra, praticando asana che enfatizzano il radicamento e che possono essere mantenute per diversi minuti. Questo è particolarmente utile per chi sta riprendendo piano piano a fare attività fisica, e anche per chi è assalito dall'ansia all'idea di riprendere una routine frenetica fatta di scadenze, orari e impegni. Lo Yin Yoga costringe a stare nel "qui e ora", a respirare nella fatica e a mantenere la posizione concentrandosi sulla regolarità del respiro.

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Attenzione: nonostante la lentezza e la staticità non si tratta di uno stile facile, tutt'altro. È molto impegnativo, soprattutto per chi non è abituato a mantenere la stessa posizione a lungo e a distendere e allungare la muscolatura. Come dicono i maestri yogi, però, l'unico modo per arrivare sino in fondo è "respirare attraverso il dolore e la fatica".

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