Per i danesi è l’hygge, per gli svedesi il lago, per i finlandesi il kalsarikännit. Per i giapponesi, invece, il segreto della felicità si riassume in una parola dal suono musicale: “ikigai”, la crasi tra le parole "iki" (vita) e "gai" (valore o merito).
È un concetto profondamente radicato nella cultura giapponese, e rappresenta ciò che ci spinge ad alzarci dal letto ogni mattina con passione ed entusiasmo, desiderosi di iniziare un nuovo giorno. È, insomma, ciò che dà valore all’esistenza, il motivo stesso per cui siamo al mondo. Individuarlo e perseguirlo è indispensabile per raggiungere quella pienezza che accompagna la sensazione di felicità e appagamento.
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Ikigai, la ricetta della felicità per i giapponesi
Nella filosofia giapponese l’ikigai è il frutto di una sorta di “equazione” che tiene conto di quattro elementi fondamentali.
Il risultato è una sorta di “ricetta della felicità” che tiene conto di ciò che si ama, ciò in cui si è bravi, ciò di cui il mondo ha bisogno e ciò per cui si può essere ricompensati
In questo diagramma dunque si inseriscono - letteralmente, se si decide di utilizzare un foglio o un diario - i quattro elementi. Si parte dalle proprie passioni e dagli aspetti della vita che danno gioia e soddisfazione, i veri interessi, le attività che appassionano e fanno sentire vivi. Poi su passa a elencare le proprie competenze, talenti e capacità, ovvero quello in cui si eccelle, ciò che si sa fare bene grazie a esperienza, studio e abilità acquisite e potenziate.
Gli altri due aspetti sono maggiormente orientati verso l’esterno: le esigenze e i problemi che esistono nella società o nel proprio contesto e ambiente, e quello che la comunità chiede e di cui ha bisogno. Infine l’ultimo aspetto, ovvero le opportunità economiche o il riconoscimento che si possono ottenere facendo ciò che ci piace e che sappiamo fare bene.
Nella cultura giapponese l’equilibrio si raggiunge quando le proprie competenze e passioni sono in grado di sostenerci economicamente, nutrendoci anche spiritualmente e riflettendosi in modo positivo anche all’esterno. Il concetto di ikigai suggerisce che la vera soddisfazione nella vita si trova nell'intersezione dei quattro elementi: quando si riesce a combinare ciò che si ama fare con ciò in cui si è bravi, e ciò che il mondo necessita con ciò per cui si può essere ricompensati. Solo così si raggiunge un senso profondo di realizzazione e scopo.
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Come scoprire il proprio ikigai
Ovviamente non c’è un metodo infallibile per scoprire il proprio ikigai. Si tratta di un percorso molto personale, e può richiedere tempo. Non c'è una risposta giusta o sbagliata, ma è un processo che si basa su scoperta, esplorazione di se stessi e sviluppo di auto consapevolezza. Ci sono però alcune “strategie” che si possono mettere in pratica per avvicinarsi all’obiettivo. E poco importa se non viene raggiunto al cento per cento: come spesso si dice, l’importante non è il traguardo, ma il percorso che si affronta per arrivarci. Dunque la prima cosa da fare se si è in cerca del proprio ikigai è riflettere davvero sulle proprie passioni, pensando a cosa ci piace fare, cosa ci appassiona e cosa ci fa sentire più vivi.
Le attività che ci entusiasmano spesso possono essere un punto di partenza per identificare il proprio ikigai. Una volta fatto questo si passa ai talenti: cosa sappiamo fare bene? Quali sono le nostre competenze distintive? Ancora, il contesto in cui viviamo è importante per capire quali sono i bisogni della società e della comunità in cui risiediamo stabilmente. Trovare un modo per contribuire positivamente può essere una fonte significativa di senso e di scopo.
Si passa poi ad analizzare lo status quo, riflettendo su ciò per cui veniamo pagati. Il denaro non deve essere l'unica considerazione, ma è necessario trovare un modo per integrare ciò che ci piace fare con ciò che può essere retribuito. Prese in considerazione tutte queste dimensioni, basta guardare con attenzione: l’ikigai si trova nell'intersezione.
Più facile a dirsi che a farsi, certamente, ma esplorare e sperimentare è la chiave. Impossibile sapere cosa ci piace (e non ci piace) se non si sperimentano diverse attività e possibilità. L’ikigai può inoltre evolversi nel tempo, quindi è importante essere aperti a nuove esperienze e adattare il percorso in base a ciò che si scopre su se stessi e sul mondo intorno a noi, sempre ascoltandosi e dando retta a intuito ed emozioni.