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La ruota dell’anno celtica: Beltane, Litha e le altre festività dei Celti

ruota dell'anno celtica
07-06-2024
Gli oroscopi di
Gli antichi Celti avevano impostato la vita religiosa e sociale in sintonia con i fenomeni celesti, in quanto conoscevano molto bene la matematica e l’astronomia: per il computo del tempo si riferivano alla Luna, ma anche al Sole. Scopriamo insieme il loro calendario e la ruota dell'anno celtica

Il calendario celtico e la ruota dell'anno celtica

L’unica testimonianza pervenuta sulla ruota dell'anno cerltica è il Calendario di Coligny, ritrovato nell’omonima cittadina francese, costituito da frammenti di una tavola di bronzo, sulla quale era inciso in lingua gallica un calendario, un almanacco astronomico. Forse questo calendario era stato compilato dai druidi (sacerdoti depositari della sapienza tradizionale) per calcolare i momenti propizi allo svolgimento di determinate attività: l’inizio di una guerra, la semina, il raccolto, i riti religiosi.

Per i Celti, la suddivisione del tempo avveniva in base al movimento del Sole: il giorno veniva diviso in dì e notte, l’anno era ripartito in una metà oscura, che aveva inizio a Samhain, e in una luminosa che cominciava a Beltane

Ruota dell'anno celtica: Samhain e Beltane

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Samhain era la festività più importante: situata fra la fine di ottobre e l’inizio di novembre, rappresentava l’inizio dell’inverno, il passaggio da un anno all’altro, il capodanno. Veniva celebrata dal tramonto, poiché secondo i Celti la luce e il tutto nascevano dal buio e dall’oscurità. La celebrazione proseguiva con la notte e finiva con il tramonto seguente e l’accensione di fuochi propiziatori. Si celebravano i defunti, e il tema dominante era la sospensione del tempo, pertanto i confini fra il mondo reale e quello invisibile si assottigliavano per effettuare rituali divinatori.

Nella ruota dell'anno celtica Beltane segnava invece l’inizio dell’estate, del semestre caldo e luminoso dell’anno e celebrava il potere della vita. Veniva festeggiata fra la fine d’aprile e l’inizio di maggio. Era una grande festa legata al fuoco, pertanto al tramonto si accendevano falò rituali: sembra che attraverso due di essi i contadini facessero passare il bestiame per propiziarne magicamente la fertilità.

Beltane era l’inizio della produttività agricola, in un clima di abbondanza e prosperità

Ruota dell'anno celtica: Imbolc e Lughnasad

L’anno celtico era ulteriormente suddiviso in altre festività stagionali, a metà strada tra i solstizi e gli equinozi: Imbolc e Lughnasad.

Imbolc era la festività legata alla purificazione, alla fine dell’inverno, veniva festeggiata tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio. Era contrassegnata dal simbolismo del fuoco (sia delle candele che dei falò) inteso come energia rinnovatrice e ispiratrice. È il periodo nel quale nascono gli agnelli, preziosa fonte di sostentamento con il latte e il burro freschi, per superare l’ultima fase dell’inverno.

Lughnasad era invece la festa della luce, del sole culminante che si prepara a declinare, intesa come ringraziamento per il raccolto dei cereali. Celebrata tra la fine di luglio e l’inizio di agosto, quando le antiche popolazioni celtiche affrontavano le fatiche dei raccolti autunnali. Il clima favorevole invitava le tribù a riunirsi: venivano scambiate le merci, regolate le questioni legali e organizzati giochi e tornei.

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Gli equinozi e solstizi nel calendario celtico

L’anno veniva ancora una volta frazionato in base alle quattro stagioni, scandite da equinozi e solstizi. Durante l’equinozio, notte e dì hanno esattamente la stessa durata e ciò rappresenta un momento di equilibrio fra buio e luminosità, una dialettica bilanciata fra gli opposti.

Ostara era nella ruota dell'anno celtica la festa legata alla fertilità della terra, all’equilibrio fra la luce e il buio, coincideva con lequinozio di primavera, fra il 20 e il 22 marzo. Si festeggiava il ritorno della luce, il rinnovo della natura. L'equinozio rappresenta una fase carica di potenzialità, un passaggio dal vecchio al nuovo.

Litha era la festa corrispondente al solstizio d'estate, il giorno più lungo dell’anno, tra il 21 e il 23 giugno, momento di celebrazione di fuoco e di allegria. Litha era la fase concreta della prosperità e del raccolto.

Mabon era la festa che coincideva con l’equinozio d’autunno, il tempo del raccolto della frutta, specie l’uva. Si celebrava fra il 20 e il 24 settembre. Mabon segnava l’inizio della parte oscura dell’anno, che culminerà a Samhain, e per gli antichi saggi la morte era un passaggio obbligatorio verso la rinascita.

Yule segnava l’inizio del gelido inverno, con la notte più lunga dell’anno, fra il 20 e il 22 dicembre. Questa era la festa della rinascita del sole, con l’usanza di accendere fuochi e candele come rito magico. Le giornate si allungano e la luce si fa strada nell’oscurità.

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